E' facile pensare a luoghi desertici e lontani quando si parla di cactus. Ce li immaginiamo così, forme geometriche verdi con bracci robusti tesi al cielo, disposti casualmente tra la calura di una terra arida e lontana. Ed è da questa terra che nascono le leggende. Magia, natura ed eternità saranno il filo conduttore di due storie che parlano di coraggio ed amore. Che il racconto abbia inizio. #1 - Interminabile attesa Molto tempo fa, durante l’epoca di conquista degli spagnoli in terra Inca, l’Imperatore mandò 4 emissari ai quattro vertici dell’impero per sconfiggere così gli invasori spagnoli. I guerrieri con grande coraggio si appostarono ognuno al proprio posto, aspettando l’ordine di poter attaccare. Quell'ordine non arrivò mai, i messaggeri che portavano il messaggio dell’imperatore furono catturati dai conquistatori durante il cammino, torturati ed uccisi. Fu così che gli Indios, fedeli al loro Imperatore e alla loro terra aspettarono per giorni, un'attesa che diventò lunga anni. Impietosita, Pachamama (così in lingua quechua veniva chiamata Madre Terra), li addormentò e pian piano li fece parte di sé, cominciando dai loro piedi. Divennero prima terra e salendo sempre di più li ricoprì di spine perché potessero difendersi da qualsiasi aggressione. Fu così che gli indios furono trasformati in cactus per l’eternità come guardiani a proteggere la felicità degli abitanti delle loro valli. Si dice che queste sentinelle, siano ancora lì, in attesa dell’ordine di attacco. (Fonte: En Leyendas Argentinas, Ed. Producciones MAWIS, Bs.As., 2004). #2 - Vicini per sempre La leggenda inizia così, con un giovane e bellissimo indiano di nome Quehualliu che passava il suo tempo a raccogliere fiori per la bella Pasancana, la figlia del capo tribù.
I due fin da piccoli avevano imparato insieme a camminare, a giocare e a scovare i posti più belli della montagna quando un giorno, cresciuti, si scoprirono innamorati. Ma il padre di Pasancana voleva che la figlia sposasse un altro ragazzo, un cacciatore eccellente e degno di diventare un giorno il futuro Capo. Pasancana e Quehaualliu non accettarono la scelta del padre e decisero di scappare. Quando il capo tribù si accorse della sparizione della figlia, organizzò un gruppo di uomini per andare a cercare la coppia; intanto i due giovani, stremati dopo una notte di cammino, decisero di fermarsi a riposare. Grazie alla luce della luna piena si accorsero che degli uomini li stavano cercando, ed invocarono l'aiuto di Pachamama, la Dea della Terra, affinchè riuscisse ad aiutarli a nascondersi. La Madre Terra provò pietà per i due giovani innamorati e li trasformò in due robusti e meravigliosi esemplari di cactus. Gli uomini, adirati, urlarono che non si sarebbero potuti nascondere per sempre e rimasero lì per tutta la notte. Ma l'attesa divenne vana, alla mattina seguente fecero rientro nella tribù senza i due innamorati. Quehaualliu e Pasancana rimasero così, silenziosamente, vicini per sempre.
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Quando osserviamo un cactus, ci limitiamo ad osservare la sua bellezza, la sua particolare forma, le sue sfumature di colore ed il posto che occupa nel nostro terrazzo di casa ma in verità non sappiamo che il cactus è la star indiscussa della fitoterapia, pari alla diffusissima echinacea e all’iperico. Detto ciò, vediamo la classifica dei 3 più importanti cactus utilizzati in medicina e nella cosmesi naturale: #1 - Aloe Vera L’aloe vera è la pianta di cui si sfruttano più proprietà ed occupa la prima posizione come miglior rimedio contro le scottature, alleviando l’infiammazione e riducendo il rossore. L’aloe, originaria dell’Africa, è costituita da foglie molto grandi e carnose, da dove viene estratta la linfa gelatinosa dalle proprietà miracolose. L’aloe, contiene inoltre 6 agenti antisettici e agisce come antidolorifico per i disturbi articolari e muscolari. Oltre ai molteplici usi esterni, questo cactus è una ricca fonte di vitamine e sali minerali utili al nostro organismo di rifornire il corpo di sostanze preziose mantenendolo in salute. #2 - Opuntia Ficus-Indica Il fico d’India, come l’Aloe, è tra i cactus più utilizzati in fitoterapia (o nella cosmesi) in quanto ogni parte di esso può essere utilizzato per una diversa cura. I fusti e ed i piatti del fico d’India, originario dell’America Meridionale ma molto diffuso anche nel territorio italiano, venivano utilizzati già nell’antichità dalla popolazione Maya come cura antinfiammatoria e cicatrizzante. Dai fiori, invece, è possibile estrarre un infuso utile a favorire la funzione diuretica. #1 - Hoodia Gordonii Di origine africana, l’Hoodia, oltre che per la sua straordinaria bellezza è conosciuta come pianta dimagrante. Da millenni viene utilizzata dalle popolazioni indigene per ridurre l’apettito ed è la chiave per risolvere una delle patologie più gravi che affligge il mondo in questi anni: l’obesità. Questo cactus cresce principalmente nel deserto, con temperature che arrivano fino a 50 gradi e contiene una molecola attiva chiamata P57 che replica l’effetto che il glucosio ha sulle cellule nervose del cervello, riducendo in questo modo il fabbisogno calorico quotidiano. Queste menzionate sono solo alcuni dei principali cactus con potere curativo ma in natura ed in commercio ne esistono a centinaia, come ad esempio quello che chiamano il "cactus-divino": il peyote. Ma di questo specifico, ne parleremo eventualmente in un altro post.
Una cosa importante va ricordata: le piante vanno conosciute e non sono innocue, Non superare mai i dosaggi suggeriti dalla casa produttrice del prodotto e consultate il vostro medico/naturopata/fitoterapeuta o nutrizionista prima di iniziare una cura o dieta specifica. Buona salute! Oggi, come fu negli anni ’70, la forma del cactus ispira più che mai il design e gli oggetti d’arredo. Il Cactus Gufram è il cactus più celebre al mondo, è l’icona POP del design italiano che rivoluzionò il paesaggio domestico, demolendo le pareti tra ambiente interno e spazio esterno. Nato nel 1972, dalla creatività di Guido Drocco e Franco Mello, come cactus appendiabiti con 4 bracci a sbalzo, è diventata una delle idee più famose, declinata poi in innumerevoli rappresentazioni. Il cactus entra così nei salotti di tutto il mondo, non solo come oggetto di design ma ricordando la sua funzione “nascosta”, di appendiabiti da terra. Originariamente il cactus fu realizzato di color verde smeraldo, in poliuretano espanso. Successivamente fu riproposto in numerose e libere interpretazioni. Le edizioni limitate più famose sono: - Paul Smith, Psychedelic Cactus di cui sono stati prodotti solo 169 pezzi; - l’attualissima edizione Radiant Cactus in mostra alla galleria Ordovas Art di Londra fino al 16 dicembre al fianco di Andy Warhol e Roy Lichtenstein. L’iconico Cactus di Gufram presenta una nuova rifinitura fotoluminescente che lo fa brillare al buio; - God di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari: Il cactus con le uova, arricchito da due elementi decorativi a forma ovoidale è stato presentato anche in forma gonfiabile durante l’inaugurazione della biennale di venezia nel 2015. Ultima ma non per ultima, degna di nota è la collaborazione con Citroën, che diede vita alla conosciuta concept car Citroën C4 Cactus. Qualunque sia il materiale e la sua funzione, appendiabiti da terra o decorazione in vaso, il cactus rimane, ora più che mai, l’icona per eccellenza del made in italy. Guido Drocco
Nato a San Benedetto Belbo nel 1942, laureato in Architettura al Politecnico di Torino. Lavora nel campo dell'architettura a del design industriale ad è attivo in Torino. Dal 1966 è lettore di design architettonico presso la facoltà di Architettura al Politecnico di Torino.
Franco Mello
Nato a Genova nel 1945, lavora nel campo del design, confezionamento, design grafico, editoria e arte. Si è occupato della revisione di libri sull'arte e cataloghi di design e poster per numerosi artisti. Vi sembrerà strano ma il cactus è un ingrediente molto usato nella cucina messicana. E’ molto diffuso anche in Italia, anche se non abbiamo l’abitudine di mangiarlo. In Messico, appunto, vengono chiamati nopales (senza spine), in americana prickly pears, in italia li conosciamo come pale di fico d’india, scientificamente: cladodi. Le foglie da utilizzare sono quelle più verdi, giovani e tenere e possono essere grigliate, fritte, messe sottaceto oppure anche in insalata. Vi proponiamio qui due ricette facili e veloci. Ma se prima di provarle, vi chiedete che gusto hanno le pale di fichi d'india? Beh, una via di mezzo tra fagiolino ed asparago. RICETTA n.1 | Cladodi in insalata Ingredienti 4 pezzi di cladodi 1 peperone arancione 1 peperone giallo 2 pomodori 1 cipolla 2 spicchi d'aglio Ingredienti per il condimento Olio d'oliva sale pepe Raccolta e pulizia delle cladodi Le pale di fico d'india vanno tagliate all’attacatura, cercando di non rovinare la vecchia pala da cui spuntano. Vanno tenute dalla parte del taglio, e con una lama ben affilata tenuta quasi parallelamente alla superficie della pala, vanno spinate, facendola scorrere. Poi sciacquate. Attenzione, se non siete sicuri della corretta riuscita dell'operazione di pulizia, affidatevi a qualcuno di esperto oppure procuratele già pulite. Preparazione Tagliate tutti gli ingredienti e metteteli in una casseruola capiente, tradizionale o di terracotta. Condite con sale pepe e olio. Coprite la casseruola e lasciate cuocere a fuoco lento per circa 20 minuti. Quando il cactus ha assunto una consistenza morbida, spegnete e lasciate raffreddare. Servite freddo. Ricetta n.2 | Cladodi Fritte Ingredienti 4 pezzi di cladodi olio per frittura q.b. Ingredienti per la salsa 1 uovo farina q.b. acqua q.b. Ingredienti d'accompagnamento facoltativi rucola aceto balsamico Raccolta e pulizia delle clododi Vedi il procedimento nella ricetta precedente. Preparazione Preparate la salsa per la frittura unendo in un recipiente l'uovo, l'acqua e la farina formando un composto cremoso. Inzuppate le cladodi nella salsina appena preparata e friggete il tutto. Aggiungete il sale a cottura ultimata e servite con rucola e aceto balsamico. Oltre ad essere un ingrediente gustoso in cucina, le pale di fico d'india hanno molti effetti benefici sul nostro organismo: è un potente antibiotico, tratta l’arteriosclerosi e aiuta a regolare il colesterolo, migliora il lavoro del colon, la digestione ed è un alleato contro l’obesità oltre che ad essere un potente diuretico.
Se conosce altre ricette dove l'ingrediente principale è il cactus, scrivetele qui sotto nei commenti, in condivisione! Buon appetito! Tra crateri vulcanici e coltivazioni di fichi d’india, esiste a Lanzarote, il "Jardin de Cactus", più che un giardino botanico, un’opera d’arte di straordinaria bellezza integrata completamente nel paesaggio dell’isola. Il giardino è nato dall’idea dell’artista poliedrico e attivista canario César Manrique nel 1973 come opera di valorizzazione del territorio e recupero di un cava di lapilli vulcanici da anni divenuta discarica. Il parco fu inaugurato molti anni più tardi, nel 1990. Sette anni dopo, vinse il "XXVIII Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino". Un cactus di metallo alto 8 metri svetta nel cancello all’ingresso del giardino, al suo interno un parco dalla pianta ovale ospita 1.420 specie di cactus, la maggior parte importate dall’America ma anche da Africa, Asia e Madagascar. Il giardino, è stato realizzato in una vecchia cava vulcanica ed è costituito da terrazze in pietra e lapillo nero. Nel punto più alto del Jardin de Cactus, un mulino a vento completamente ristrutturato e alimentato dal vento dell'oceano, presiede e controlla il suo anfiteatro delle meraviglie. Il giardino è aperto al pubblico e per gli amanti delle piante grasse, è un paradiso da non perdere. César Manrique
César Manrique, nasce a Lanzarote il 24 aprile 1919. Fu pittore, scultore, architetto ed artista poliedrico. Studiò all’Accademia delle Belle Arti di Madrid ed il suo talento lo portò nel 1964 a New York dove visse per alcuni anni. Il legame con la sua terra fu così forte che a metà degli anni ’60 tornò a stabilirsi definitivamente nella sua isola natale ed è proprio da qui che prese forma la sua idea più grandiosa: recuperare e valorizzare l’intera isola trasformandola in un’opera d’arte. Il suo straordinario intervento artistico, in completo accordo con l’ambiente naturale, lo si può ammirare in particolare a Lanzarote, Fuerteventura, Teneriffe, La Gomera ed EL Hierro. Morì in un incidente stradale, nel 1992. |